Arte Dossier

Pop Surrealism a Spoleto
VISIONI METROPOLITANE
Rosa Maria Albino

Le forme e i colori del Pop Surrealism, nati lungo le coste della California, si sono diffusi velocemente nel nuovo e nel vecchio Continente.Collegando l’immaginario surrealista al fumetto, alla grafica, alla pubblicità e soprattutto alla cultura popolare urbana, gli artisti danno vita a personaggi e paesaggi che sembrano usciti nello stesso tempo da un sogno e da un incubo.

Il primo decennio del millennio ha visto l’affermarsi a livello internazionale di un’arte marcatamente figurativa che ha radicalmente sovvertito concettualismi, astrazioni e minimalismi. Si è andato delineando un diverso rapporto con la realtà che privilegia interazioni culturali, artistiche e tecnologiche, attraverso linguaggi che spesso coniugano l’immaginazione alla cultura popolare, ridisegnando nuove forme espressive e comunicative, nuove estetiche e nuove mitografie. La mostra Apocalypse Waw!, allestita lo scorso inverno alMacro Future di Roma, e l’esposizione Pop Surrealism, in corso al museo Carandente a Spoleto, hanno certamente il merito di sollecitare una curiosità visuale, culturale e storica verso quei variegati movimenti artistici neopop originati dalle subculture giovanili, spesso assorbite e usate dalle strategie di commercializzazione del “mainstream.”

Una rilettura della “pop culture” nelle sue differenti componenti e diramazioni e la comprensione del peso che la stessa ha esercitato nell’arte contemporanea consente di superare quel riduzionismo a formule, forme e contenuti che hanno reso i movimenti neopop unmagma indifferenziato.

Il Pop Surrealism, di matrice californiana, uno tra imovimenti tra i più vivaci e accattivanti della scena neopop, non si può dissociare dalla Lowbrow Art (“arte rozza”) nata agli inizi degli anni Settanta in contrapposizione all’Highbrow Art (“arte colta ed elitaria”). Lo stile Lowbrow, ideato da Robert Williams e da altri artisti e disegnatori, tra cui Robert Crumb, accoglie e rielabora l’eredità delle subculture giovanili americane dellaWest Coast degli anni Cinquanta e Sessanta, in particolare dell’“hot rod” che incentivò la “kustomkulture” coi suoi autoveicoli, moto, caschi e surf modificati con interventi pittorici e figurativi ipercromatici che associano alla psichedelia dell’era hippie e ai comix underground personaggi irriverenti, grotteschi, diabolici e spregiudicate sexy bombs. Questa prima generazione del Lowbrow nel corso degli anni Ottanta crea fumetti, storie illustrate, tattoo, graffiti, poster e cover di album per band di rock alternativo, personalizza skateboard e snowboard e comincia a esporre i suoi prodotti artistici, spesso borderline, nelle prime gallerie californiane aperte all’arte underground.

L’immaginario“clandestino”del Lowbrow, espresso con figurazioni dai colori esuberanti tipiche del mondo dei fumetti e dell’illustrazione, crea il fondamento dell’estetica del Pop Surrealism che nel corso degli anni Novanta si espande dalla California nel resto degli Stati Uniti e Oltreoceano, influenzando il mondo globalizzato

Gli artisti della prima generazione del Pop Surrealism, quasi tutti illustratori, pur evidenziando un background ben radicato nella “pop culture” americana, attenuano gli eccessi visivi e caricaturali e la verve trasgressiva del Lowbrow. Orientano progressivamente il movimento verso un mix di suggestioni provenienti dalla fiaba, dal disegno animato, dal mondo del cinema e dello spettacolo, dal vintage e dalla pubblicità anni Cinquanta, così come dalla cultura figurativa del passato, dai pittori fiamminghi fino a Goya, dal Neogotico vittoriano a Dalí. Creano così mondi onirici e surreali, a volte apocalittici, con visioni macabre espresse da un linguaggio illustrativo che si lega al mondo ludico dell’infanzia e al pensiero animista. Spesso gli immaginari di questi artisti acquistano una concretezza straordinaria, come avviene nelle opere di Todd Schorr dove ardite impalcature compositive e coloristiche, associate a una tecnica pittorica intransigente, caricano di un potere travolgente personaggi dei cartoons e icone della pop culture.

Il Pop Surrealism rilancia ambienuna pittura impeccabile sia quando si avvale della tradizionale tecnica a olio sia quando usa colori sintetici con andamenti sperimentali, come nel caso delle opere di Camille Rose Garcia i cui colori sgocciolanti, chiaro riferimento ai murales urbani, lucidi e “glitterati” uniti a una grafica guizzante “cartoonstyle”, creano attraenti mondi sotterranei popolati da animali fiabeschi e personaggi sinistri. I quadri degli artisti di questo movimento, generalmente di piccolo e medio formato, spesso accentuano un gusto retrò con l’uso di cornici intagliate, dorate e decorate, a volte progettate dagli artisti stessi. Interessanti sono le vivaci e singolari pin-up, uno dei simboli della “kustum kulture”, che l’americana Lisa Petrucci dipinge su supporti ricavati da fette di tronchi di abete, quasi a ricordare i souvenir di montagna.

Los Angeles è la capitale del Pop Surrealism ma anche la capitale del cinema, che ispira la luminosa arte di evasione di Shag. Le opere di questo artista, che sembrano rievocare le atmosfere del cinema in technicolor, ricreano un set ricco di fashion e stylish dove i “characters” si rilassano con drink, piscina, musica e quant’altro, richiamando i piaceri di una dolce vita.

La star del Pop Surrealism è Mark Ryden, l’artista più criptico del movimento che rappresenta un mondo popolato da bambini e donne adolescenti con la testa grande e gli occhi dilatati, animali da fiaba e di peluche, personaggi storici come Abramo Lincoln e delmondo dello spettacolo come JimiHendrix, Cristina Ricci e Leonardo Di Caprio, giocattoli vintage e Barbie. Con un percorso inventivo, laborioso e raffinato, attraverso la pop culture americana, Ryden ritrova e reiventa immagini archetipiche e religiose creando un’arte che vive in spazi psicologici espansi e in ambienunati che racchiudono una memoria collettiva e individuale stratificata nei meandri della coscienza e della tradizione. Il suo universo, perturbante e al tempo stesso carico di fascinazione, realizza una sorta di mistica fusione tra il paese delle meraviglie di Alice e la “divina commedia” di Hyeronimus Bosch, creando quasi un’immagine simbolica e poetica della complessità esistenziale e culturale della contemporaneità.

IL MUSEO E LA MOSTRA Palazzo Collicola arti visive - Museo Carandente a Spoleto (via Loreto Vittori 11, orario 10.30-13.00, 14.30-17.00, per informazioni: 0743-46434; www.palazzocollicola.com) è stato riaperto al pubblico lo scorso 26 giugno, con un assetto espositivo rinnovato grazie alla direzione artistica di Gianluca Marziani. Il museo, nelle sale di un prestigioso palazzo del Settecento, ospita una collezione di arte contemporanea che annovera opere di artisti italiani e stranieri di fama internazionale. Fanno parte della raccolta lavori di Alexander Calder, Henry Moore, Ettore Colla, Nino Franchina e Pietro Consagra. In occasione dell’inaugurazione, fino al 15 ottobre, è allestita la mostra Pop Surrealism, a cura di Gianluca Marziani e Alexandra Mazzanti, che raccoglie le opere di oltre trenta artisti appartenenti al movimento pittorico sviluppatosi lungo la West Coast californiana alla fine degli anni Novanta del secolo scorso. Catalogo Drago Edizioni.


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